#01 Elogio della Santa Ignoranza

Certe volte in penombra per un effetto di seduzione, altre al chiarore accecante di lampade al neon o soltanto con il bagliore incostante dei monitor; qualunque sia il tipo di luce lo sguardo non può sottrarsi alla constatazione della qualità più evidente e costante – con un’amarezza variabile secondo la disposizione a mentirsi: ci sono

Faust in laguna

Se l’anno scorso il riconoscimento a un film mediocre determinò soprattutto delusione e indifferenza, questa volta il Leone recupera in pieno il proprio splendore. La perla di Sokurov, un Faust visionario che annulla la distinzione fra uomo tentato e diavolo tentatore, è un’opera che lascerà un segno duraturo. E anche l’Italia esprime qualche nota di

Making Wor(l)ds – il cinema di Lukas Moodysson

Con un gioco minimo di parole è possibile trasformare il titolo scelto dal direttore Daniel Birnbaum per la 53. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, cioè Making Worlds, in un più agile Making Words,passando così dal contesto della creazione a quello del linguaggio. Non sarebbe certo un’operazione illecita perché se per fare il mondo occorre un atto, per descriverne

Adi Nes – Deposizione

Ebreo immigrato di padre iraniano e madre curda, cresciuto in un insediamento nel deserto del Negev, artista e omosessuale dichiarato,Adi Nes (Kiryat Gat, 1966; vive a Tel Aviv) è nella sua stessa persona una manifestazione del carattere eterogeneo del popolo israeliano. Appunto tra le contraddizioni numerose e urgenti che informano il sionismo, l’artista seleziona ed evidenzia

Francesco Carone – Golem

L’intervento di Francesco Carone (Siena, 1975) nella Galleria SpazioA combina in forma nuova la pregnanza esoterico-ironica della precedente personale Maelström alla componente concettuale dell’installazione per Ex3, Horror Vacui. La particolarità è che, invece di una prevedibile addizione, il risultato consiste in una sintesi essenziale, riducibile a soltanto due termini: il titolo e la noce. Golem viene inteso dall’artista nel senso originario

All’evidenza dei fatti, la Fondazione Trussardi rappresenta una delle realtà italiane più strutturate ed efficaci nella promozione dell’arte contemporanea, con quasi un decennio di attività segnata dai forti investimenti dell’azienda e dal rapporto “privilegiato” tra Massimiliano Gioni e un nutrito gruppo di autori internazionali al vertice. Dalla proposta complessiva è emersa ed emerge una tendenza

Charles Avery – Onomatopoeia part I

Charles Avery (Oban, 1973; vive a Londra) dal 2004 lavora in progressione continua, dunque senza ripensamenti né variazioni sostanziali, a un identico, enorme progetto. Riproponendosi un compito non da poco, dato che l’artista “demiurgo” sta creando un mondo alternativo rispetto al nostro, ma ugualmente verosimile. Nella fantasiosa realtà di Onomatopoeia, città centrale dell’isola The Island, la cui cartografia è rappresentata

Gianni Colombo – Retrospettiva 1959 / 1993

Compromessa dal sospetto, talvolta giustificato, di ridurre l’espressione artistica allo status di curiosità poco significante, l’arte cinetica non ha goduto né gode tuttora di un apparato critico particolarmente approfondito. La consistenza incerta di molte opere che le appartengono, sospese come sono tra esperimento percettivo e ludicità fine a se stessa, tracciano un limite ambiguo oltre

Arte in poltrona

Sebbene ancora sia mantenuta la divisione categorica tra cinema di narrazione e cinema d’arte – quando la stessa consistenza delle definizioni, approssimativa fino all’assurdo, segnala l’urgenza di un ripensamento critico – a Firenze per un periodo di quattro giorni è l’affluenza spontanea e numerosa di un pubblico composito a nullificare ogni limite di genere. Tale

Michael Lin – The colour is bright the beauty is generous

Coerente alla base che ne determina l’arte, Michael Lin (Tokyo, 1964; vive a Shangai e Parigi) assimila la sua grande retrospettiva italiana a un’occasione di manifesta convivialità: modificando le sale del Museo Pecci a immagine della propria abitazione, l’artista invita il pubblico a sperimentarne gli ambienti, gli oggetti e quant’altro. L’operazione, realizzata in collaborazione con l’atelier giapponeseBow

L’evento immobile. Annunciazioni

Contrattempi, incantamenti, lo sguardo ostinato; la quarta declinazione dell’Evento immobile – collettiva d’arte contemporanea presso Casa Masaccio, quest’anno in collaborazione con il Man di Nuoro – si riferisce in modo originale al topos dell’Annunciazione cattolica. All’idea centrale e ossimorica di un avvenimento che, pur accadendo, resta fissato, viene accordandosi uno dei motivi basilari della più diffusa religione occidentale:

Francesco Carone – Simon Roberts

Prossimo al compimento del primo anno di attività, con un bilancio pregevole per qualità delle proposte e riscontro del pubblico, Ex3 prosegue nella proposizione simultanea di due artisti distinti, in questo caso, peraltro, quasi coetanei. Francesco Carone (Siena, 1975) presenta, nella grande sala centrale, l’installazione site specific Horror vacui. Elaborando del titolo l’accezione connessa alla critica d’arte,

Vanessa Beecroft: quando la modella è statuaria

Controversa, celeberrima, fra le (poche) artiste italiane note e rinomate nel mondo. È Vanessa Beecroft. L’abbiamo incontrata nel giorno della “sua” performance alla Biennale di Carrara… Iniziamo dal presente: quali sono i tuoi progetti? Per il futuro sto lavorando a un’importante opera che si concretizzerà nel corso del 2011, a New York. Invece l’ultima performance

Jan van der Ploeg & Thom Puckey – The Prato Project

Lo spazio progettuale del Centro Pecci, stavolta utilizzato in tutta l’estensione di circa 50 metri di lunghezza, propone una personale “combinata” degli artisti Thom Puckey (Bexley Heath, 1948; vive ad Amsterdam) e Jan van der Ploeg (Amsterdam, 1959). Il tentativo, già sperimentato nel 2008 presso l’Aschenbach and Hofland Galleries della capitale dei Paesi Bassi, e consistente nell’instaurare una relazione

S-Coppola all’italiana

Nuove intenzioni, direttore d’esperienza e giuria composita. Gli ingredienti del successo sembravano esserci tutti. E invece il festival veneziano del cinema ha tradito le aspettative. Responsabilità delle selezioni o mediocrità delle opere? A conclusione degli entusiasmi, dei clamori e delle sfilate in ripetizione lungo il red carpet, l’ultima edizione del Festival del Cinema si lascia dietro una

Ragnar Kjartansson – Me and My Mother

È un’intrigante e piacevole meccanismo ironico a far sì che le opere diRagnar Kjartansson (Reykjavik, 1976) procedano agilmente fra i temi opposti della vita e della morte. Partendo da un codice noto – assimilabile allo sketch cinematografico e televisivo, ma rispetto ad essi allungato nella durata, per la ripetizione assurda di un medesimo atto – sono

Catherine Griffiths & Dan Rees – Home for Lost Ideas

Un’insolita abitazione Home for Lost Ideas, ovvero un rifugio – forte e sicuro proprio perché irreale – in cui collezionare quei progetti artistici rimasti in potenza e dopo, complice l’inarrestabile trascorrere del tempo, svaniti al pari di una chimera. La Archive Books, casa editrice della rivista The Exhibitionist, pubblica un volume dalla forma composita: interni in un

XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara – Postmonument

L’intenzione di animare il contesto cittadino, per dare nuovamente a Carrara e al suo evento più importante l’attenzione dell’establishment artistico, del pubblico internazionale e dei media può già dirsi, almeno parzialmente, realizzata: come una sceneggiatura “aperta” o un’improvvisazione jazzistica – ma con dietro la mente ben presente di Fabio Cavallucci e dei suoi collaboratori –

Torniamo con i piedi per Aria

Dopo l’acquisizione di opere d’arte – tra cui certo spiccava l’epico ed evocativo Grande Carico di Anselm Kiefer, suggestione materica da una poesia dell’austriaca Ingeborg Bachmann – la biblioteca pistoiese di San Giorgio rinnova la relazione con le espressioni contemporanee: questa volta si tratta di un progetto, meno istituzionale sia nella forma che nel budget, da ambientarsi nelle

Arte del XX secolo nelle Collezioni delle Fondazioni Bancarie di Venezia e Pistoia

ittà molto diverse le cui fondazioni bancarie, per successione di casualità, scelgono di esporre congiuntamente le raccolte d’arte di appartenenza: così nei due piani di Palazzo Fabroni trova ospitalità la combinazione delle collezioni pistoiese e veneziana. Da decenni Pistoia pratica un’operazione che, secondo le parole della stessa curatrice Lara-Vinca Masini, detiene caratteri di assoluta eccezionalità.

Sette piccoli errori. Seven little mistakes

In ultima analisi, le corrispondenze interne a Seven Little Mistakesrivelano una disposizione di tipo musicale. L’insieme costituito dalla mostra non può né vuole essere interpretato con gli strumenti della logica e del senso; meglio gli si confà quella peculiare empatia – sempre accompagnata da vaste immaginazioni – che nasce all’ascolto di un componimento. Insomma, se l’udito

De Bruyckere – Pancrazzi – Sassolino – Solakov – Zhen

Nedko Solakov, come un Bosch ma in chiave moderna e più ironica, deflagra immagini complesse con insert imprevisti e dissacranti. Si considerino la nuova installazione in cui un cilindro e una piramide si contendono l’attenzione del gallerista, certi episodi evangelici ridotti a vignette blasfeme, le cornici che rinnegano il valore della pittura delimitata: sono esempi di una contestazione che,

Paolo Canevari – Nobody knows

L’azione centrale di Paolo Canevari (Roma, 1963; vive a Roma e New York) – radicata nelle intuizioni, nelle tecniche e nelle materie a cui è ricorso nel tempo – è di tipo semiotico: dimostrare come ogni immagine, tramite un lieve spostamento di senso e quindi d’interpretazione, possa divenire indifferentemente simbolo di vita o di morte. Il titolo

Margherita Moscardini – una stanza/fuori luogo

Il titolo una stanza/fuori luogo è da intendersi letteralmente, quale tentativo di trasporre, negli interni di un diverso spazio, l’ambiente di una precedente installazione. Margherita Moscardini (Piombino, Livorno, 1981; vive a Bologna e Cecina, Livorno) nel 2008 presentòTerza Stanza, una parete fittizia sulla cui strombatura poggiava una lampada accesa verso l’esterno: opera che era insieme punto d’esplorazione e stimolo d’indagine

Marco Paoli – Ballads

Le Ballads del jazz hanno un ritmo più lento del normale e la loro cadenza fluttuante, di armonia diluita, offre ai musicisti una dolce sospensione, entro la quale ripercorrere, fra stupore e malinconia, l’intricata linea che dal passato porta al presente. Appunto memoria e musica compongono insieme l’inizio della mostra di Marco Paoli(Tavarnelle Val di Pesa, Firenze, 1959;

Eva Marisaldi – Tayo Onorato & Nico Krebs

Mantenendo la formula della doppia esposizione – che prevede la condivisione dello spazio fra autori distanziati da un paio di decadi per nascita, dunque a un livello di maturità un poco diverso – s’inaugura il secondo appuntamento del centro Ex3. Per uno spunto d’analisi relativo all’installazione di Eva Marisaldi(Bologna, 1966), che occupa la grande sala centrale,

Alla maniera d’oggi. Base a Firenze

“L’arte è sempre stata contemporanea”. Una scritta al neon risplende come un quarzo blu sulla facciata degli Uffizi. Otto artisti interpretano – alla maniera d’oggi – altrettanti luoghi del Rinascimento: a Firenze tra attesa, sbigottimento e incomprensione, finalmente il presente si misura con il passato… “Alla maniera d’oggi”: così scriveva il Vasari nelle sue celeberrime Vite, fornendo inoppugnabile

Luca Pozzi – A.E.W.O.M [Le strabisme du Dragon]

Le Strabisme du Dragon di Luca Pozzi (Milano, 1983) – esperimento espositivo innescato su più livelli, nella profondità della cripta dell’ex chiesa di San Pancrazio -, nonostante una generale difficoltà interpretativa, potrebbe essere considerato come un tentativo di definire il termine ‘equilibrio’. Innanzitutto, si equilibrano i campi attinenti all’arte e alla scienza, cercando di eliminare fattivamente quella cesura

Quell’instabile oggetto del desiderio. L’immaginario del seno femminile nella fotografia d’autore

Se altre parti del nostro corpo, come gli occhi e le mani, vengono relegate dall’immaginario contemporaneo a un’espressività poetica e spesso desueta, il seno invece mantiene intatta, seppur tra esiti positivi e negativi, la propria carica di fascinazione. Ovvio che una tale persistenza non può esser considerata né un mero dato di fatto né una