Il progetto TUM EXchangeprosegue con tRitolo|All! di Kinkaleri ,il 28 giugno 2012 presso S.A.A.M Ho alcuni elementi di partenza del progetto Kinkaleri tRitolo|All!, dati nella forma aperta dell’intuizione. Sono frasi originate dal possesso della propria identità, che si trasforma in stile; William Seward Burroughs ha provato sulla propria pelle il brivido della perdizione e la forzatura dei limiti
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TUM Exchange – Manuela Menici – Non voglio consumare
Il progetto prosegue con la mostra di Manuela Menici Non voglio consumare, giovedì 14 giugno presso LATO Tra le paure radicate nel fondo del nostro essere quella dell’oscurità è probabilmente la più carica di implicazioni. In qualche modo il discorso appare tautologico poiché il buio – riferito al mondo esterno o alla nostra coscienza – annullando ogni
TUM Exchange – Virginia Zanetti – Due ma non due
Il progetto TUM EXchange inizia con la mostra di Virginia Zanetti Due ma non due, sabato 2 giugno 2012 presso S.A.A.M Quella muta intesa di sguardi e il mistero espresso dalla fissità dei corpi sono quanto rende la Visitazione del Pontormo, collocata nella Pieve dei Santi Michele e Francesco a Carmignano, una delle pitture più significative del
TUM Project- Come e quando si dice arte – Contemporanea ’11 – Interno8
INTERNO 8 FESTIVAL CONTEMPORANEA ’11 TUM Project – come e quando si dice arte a cura di Matteo Innocenti venerdì 23 settembre 2011 Via Genova 17 – 59100 PO Post ogni movimento. Saturazione visiva del visibile. Ogni definizione già troppo definita. Insomma, che cosa mostrare ancora? Tum si è scelto come primo obiettivo d’indagare quei meccanismi che al
TUM² – Lucilla Bellini + Jacopo Jenna – SAAM
Il percorso estivo di installazioni site-specific di Lucilla Bellini, Jacopo Jenna, Manuela Menici e Vanni Meozzi, impostato alla Rocca di Carmignano sulle possibilità e sulle necessità di un ambiente aperto, trova nello spazio SAAM la dimensione idonea per un approfondimento. Ed è stata appunto questa esposizione “al quadrato”, in cui gli artisti del gruppo rivelano
TUM² – Manuela Menici + Vanni Meozzi – SAAM
Il percorso estivo di installazioni site-specific di Lucilla Bellini, Jacopo Jenna, Manuela Menici e Vanni Meozzi, impostato alla Rocca di Carmignano sulle possibilità e sulle necessità di un ambiente aperto, trova nello spazio SAAM la dimensione idonea per un approfondimento. Ed è stata appunto questa esposizione “al quadrato”, in cui gli artisti del gruppo rivelano
TUM Island
15 e 26 luglio 2011 TUM island, il primo evento del collettivo, si è imposto come inizio importante e complesso, in quanto tentativo di “trasformare” un luogo specifico – in questo caso la Rocca di Carmignano, punto panoramico tra i più belli della toscana – in qualcosa di diverso: un’isola di arte, creatività e sperimentazione. Se il risultato
Private Flat#6 – Brucia Babilonia – O-Skené
Firenze, 8-9-10 ottobre 2010 PROGRAMMA Venerdì 8 ottobre (opening) Spazi aperti dalle 16 alle 21 Sabato 9 e domenica 10 ottobre Spazi aperti dalle 10 alle 20 (ingresso libero) Opening Party Venerdì 8 ottobre ore 20 Casa della Creatività – Palazzo Giovane vicolo di Santa Maria Maggiore 1 Performance live con Alpin Folks + Gioacchino
Jacopo Jenna – In/Visible – Interno8
Interno 8 Jacopo Jenna In/Visible a cura di Matteo Innocenti Il giorno martedì 22 giugno 2010 a Prato prende il via il progetto zonaviagenova con un’apertura coordinata di studi d’artista e spazi espositivi per l’arte contemporanea: Interno 8, Magazzino 1b, Studio Corte 17, Studio MDT, Vault. Video installazione e fotografia in scambio naturale e prolifico:
Adi Nes – Deposizione
Ebreo immigrato di padre iraniano e madre curda, cresciuto in un insediamento nel deserto del Negev, artista e omosessuale dichiarato,Adi Nes (Kiryat Gat, 1966; vive a Tel Aviv) è nella sua stessa persona una manifestazione del carattere eterogeneo del popolo israeliano. Appunto tra le contraddizioni numerose e urgenti che informano il sionismo, l’artista seleziona ed evidenzia
Riccardo Benassi + Piero Frassinelli – Chiara Camoni
La nuova e doppia esposizione al Museo Marini conferma in modo deciso, con la complessità concettuale e con la tendenza a indagare le categorie spazio-temporali, la linea sviluppata dalla direzione artistica di Alberto Salvadori, e probabilmente non è un caso che sia un evento così “denso” a segnare l’inizio del terzo anno dalla sua nomina.
Francesco Carone – Golem
L’intervento di Francesco Carone (Siena, 1975) nella Galleria SpazioA combina in forma nuova la pregnanza esoterico-ironica della precedente personale Maelström alla componente concettuale dell’installazione per Ex3, Horror Vacui. La particolarità è che, invece di una prevedibile addizione, il risultato consiste in una sintesi essenziale, riducibile a soltanto due termini: il titolo e la noce. Golem viene inteso dall’artista nel senso originario
8½
All’evidenza dei fatti, la Fondazione Trussardi rappresenta una delle realtà italiane più strutturate ed efficaci nella promozione dell’arte contemporanea, con quasi un decennio di attività segnata dai forti investimenti dell’azienda e dal rapporto “privilegiato” tra Massimiliano Gioni e un nutrito gruppo di autori internazionali al vertice. Dalla proposta complessiva è emersa ed emerge una tendenza
Charles Avery – Onomatopoeia part I
Charles Avery (Oban, 1973; vive a Londra) dal 2004 lavora in progressione continua, dunque senza ripensamenti né variazioni sostanziali, a un identico, enorme progetto. Riproponendosi un compito non da poco, dato che l’artista “demiurgo” sta creando un mondo alternativo rispetto al nostro, ma ugualmente verosimile. Nella fantasiosa realtà di Onomatopoeia, città centrale dell’isola The Island, la cui cartografia è rappresentata
Gianni Colombo – Retrospettiva 1959 / 1993
Compromessa dal sospetto, talvolta giustificato, di ridurre l’espressione artistica allo status di curiosità poco significante, l’arte cinetica non ha goduto né gode tuttora di un apparato critico particolarmente approfondito. La consistenza incerta di molte opere che le appartengono, sospese come sono tra esperimento percettivo e ludicità fine a se stessa, tracciano un limite ambiguo oltre
Arte in poltrona
Sebbene ancora sia mantenuta la divisione categorica tra cinema di narrazione e cinema d’arte – quando la stessa consistenza delle definizioni, approssimativa fino all’assurdo, segnala l’urgenza di un ripensamento critico – a Firenze per un periodo di quattro giorni è l’affluenza spontanea e numerosa di un pubblico composito a nullificare ogni limite di genere. Tale
Michael Lin – The colour is bright the beauty is generous
Coerente alla base che ne determina l’arte, Michael Lin (Tokyo, 1964; vive a Shangai e Parigi) assimila la sua grande retrospettiva italiana a un’occasione di manifesta convivialità: modificando le sale del Museo Pecci a immagine della propria abitazione, l’artista invita il pubblico a sperimentarne gli ambienti, gli oggetti e quant’altro. L’operazione, realizzata in collaborazione con l’atelier giapponeseBow
L’evento immobile. Annunciazioni
Contrattempi, incantamenti, lo sguardo ostinato; la quarta declinazione dell’Evento immobile – collettiva d’arte contemporanea presso Casa Masaccio, quest’anno in collaborazione con il Man di Nuoro – si riferisce in modo originale al topos dell’Annunciazione cattolica. All’idea centrale e ossimorica di un avvenimento che, pur accadendo, resta fissato, viene accordandosi uno dei motivi basilari della più diffusa religione occidentale:
Francesco Carone – Simon Roberts
Prossimo al compimento del primo anno di attività, con un bilancio pregevole per qualità delle proposte e riscontro del pubblico, Ex3 prosegue nella proposizione simultanea di due artisti distinti, in questo caso, peraltro, quasi coetanei. Francesco Carone (Siena, 1975) presenta, nella grande sala centrale, l’installazione site specific Horror vacui. Elaborando del titolo l’accezione connessa alla critica d’arte,
Vanessa Beecroft: quando la modella è statuaria
Controversa, celeberrima, fra le (poche) artiste italiane note e rinomate nel mondo. È Vanessa Beecroft. L’abbiamo incontrata nel giorno della “sua” performance alla Biennale di Carrara… Iniziamo dal presente: quali sono i tuoi progetti? Per il futuro sto lavorando a un’importante opera che si concretizzerà nel corso del 2011, a New York. Invece l’ultima performance
Jan van der Ploeg & Thom Puckey – The Prato Project
Lo spazio progettuale del Centro Pecci, stavolta utilizzato in tutta l’estensione di circa 50 metri di lunghezza, propone una personale “combinata” degli artisti Thom Puckey (Bexley Heath, 1948; vive ad Amsterdam) e Jan van der Ploeg (Amsterdam, 1959). Il tentativo, già sperimentato nel 2008 presso l’Aschenbach and Hofland Galleries della capitale dei Paesi Bassi, e consistente nell’instaurare una relazione
S-Coppola all’italiana
Nuove intenzioni, direttore d’esperienza e giuria composita. Gli ingredienti del successo sembravano esserci tutti. E invece il festival veneziano del cinema ha tradito le aspettative. Responsabilità delle selezioni o mediocrità delle opere? A conclusione degli entusiasmi, dei clamori e delle sfilate in ripetizione lungo il red carpet, l’ultima edizione del Festival del Cinema si lascia dietro una
Ragnar Kjartansson – Me and My Mother
È un’intrigante e piacevole meccanismo ironico a far sì che le opere diRagnar Kjartansson (Reykjavik, 1976) procedano agilmente fra i temi opposti della vita e della morte. Partendo da un codice noto – assimilabile allo sketch cinematografico e televisivo, ma rispetto ad essi allungato nella durata, per la ripetizione assurda di un medesimo atto – sono
Catherine Griffiths & Dan Rees – Home for Lost Ideas
Un’insolita abitazione Home for Lost Ideas, ovvero un rifugio – forte e sicuro proprio perché irreale – in cui collezionare quei progetti artistici rimasti in potenza e dopo, complice l’inarrestabile trascorrere del tempo, svaniti al pari di una chimera. La Archive Books, casa editrice della rivista The Exhibitionist, pubblica un volume dalla forma composita: interni in un
XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara – Postmonument
L’intenzione di animare il contesto cittadino, per dare nuovamente a Carrara e al suo evento più importante l’attenzione dell’establishment artistico, del pubblico internazionale e dei media può già dirsi, almeno parzialmente, realizzata: come una sceneggiatura “aperta” o un’improvvisazione jazzistica – ma con dietro la mente ben presente di Fabio Cavallucci e dei suoi collaboratori –
Torniamo con i piedi per Aria
Dopo l’acquisizione di opere d’arte – tra cui certo spiccava l’epico ed evocativo Grande Carico di Anselm Kiefer, suggestione materica da una poesia dell’austriaca Ingeborg Bachmann – la biblioteca pistoiese di San Giorgio rinnova la relazione con le espressioni contemporanee: questa volta si tratta di un progetto, meno istituzionale sia nella forma che nel budget, da ambientarsi nelle
Arte del XX secolo nelle Collezioni delle Fondazioni Bancarie di Venezia e Pistoia
ittà molto diverse le cui fondazioni bancarie, per successione di casualità, scelgono di esporre congiuntamente le raccolte d’arte di appartenenza: così nei due piani di Palazzo Fabroni trova ospitalità la combinazione delle collezioni pistoiese e veneziana. Da decenni Pistoia pratica un’operazione che, secondo le parole della stessa curatrice Lara-Vinca Masini, detiene caratteri di assoluta eccezionalità.
Sette piccoli errori. Seven little mistakes
In ultima analisi, le corrispondenze interne a Seven Little Mistakesrivelano una disposizione di tipo musicale. L’insieme costituito dalla mostra non può né vuole essere interpretato con gli strumenti della logica e del senso; meglio gli si confà quella peculiare empatia – sempre accompagnata da vaste immaginazioni – che nasce all’ascolto di un componimento. Insomma, se l’udito
De Bruyckere – Pancrazzi – Sassolino – Solakov – Zhen
Nedko Solakov, come un Bosch ma in chiave moderna e più ironica, deflagra immagini complesse con insert imprevisti e dissacranti. Si considerino la nuova installazione in cui un cilindro e una piramide si contendono l’attenzione del gallerista, certi episodi evangelici ridotti a vignette blasfeme, le cornici che rinnegano il valore della pittura delimitata: sono esempi di una contestazione che,
Paolo Canevari – Nobody knows
L’azione centrale di Paolo Canevari (Roma, 1963; vive a Roma e New York) – radicata nelle intuizioni, nelle tecniche e nelle materie a cui è ricorso nel tempo – è di tipo semiotico: dimostrare come ogni immagine, tramite un lieve spostamento di senso e quindi d’interpretazione, possa divenire indifferentemente simbolo di vita o di morte. Il titolo