Katharina Karrenberg – Cina_Cine_Crime. Uccello: La battaglia di San Romano

Un orrido manichino femminile con gli arti da pupazzo e il volto rubato a certe dive del cinema classico, ritto in capannoni tessili, esposto nei piccoli negozi: è questa l’immagine che la civiltà cinese ha dell’uomo occidentale? E tale rappresentazione, così grossolanamente approssimativa, non rivela forse più sul suo autore che sull’oggetto stesso? Ebbene, cosa ne concluderemo?
Interrogativi, molti, alla base della mostra di Katharina Karrenberg,Cina_Cine_Crime, presso i locali di Villa Romana: un percorso dalla disposizione variabile come ipotesi d’interpretazione e avvicinamento verso quella che è la prima potenza demografica – e a breve lo sarà anche economica – a livello mondiale.
L’idea nasce all’osservazione delle città che ospitano in sé una Chinatown(Firenze, Roma, Napoli, Parigi, New York, per citarne solo alcune) e dalla conseguente scoperta che i nostri codici visuali e intellettivi, pur solidi, risultano inadeguati alla comprensione del nuovo scenario. I container stipati di merce scadente, il lavoro forsennato e selvaggio, l’imitazione della tecnica altrui, il desiderio di restare nell’ombra, infatti, non sono certo elementi che normalmente assoceremmo alla forza. Volenti e nolenti, sempre abbiamo inteso il potere come dominio, espansionismo, talvolta come ferocia; perciò una trasformazione epocale che si compiesse, così pare accadere, nel silenzioso anonimato dell’artefice provocherebbe in noi profonde contraddizioni.
Katharina Karrenberg - Cina_Cine_Crime - 2006/2008 - courtesy Villa Romana, Firenze
Karrenberg evidenzia i termini del conflitto – nella sostanza, visioni che si soprammettono senza compenetrarsi – attraverso un parallelo-paradosso tra la Cina attuale e il Rinascimento fiorentino. Assumendo a emblema del dorato Quattrocento il trittico di Paolo Uccello La Battaglia di San Romano e rimarcando quanto la prospettiva rigorosa dell’impianto scenico, quasi irreale, e l’immobilità atemporale delle azioni esplicitassero allora connotati e desideri di una potenza tesa all’egemonia assoluta, l’artista massimizza la distanza tra il sistema vecchio e quello nuovo.
Perché la civiltà cinese, a differenza della dinastia medicea, non si dimostra interessata a stabilire un modello culturale, come se il primato monetario le fosse sufficiente e l’esplicitazione della propria identità accessoria: victory is always discreet, banking is always discreet riportano coerentemente due delle installazioni.
Katharina Karrenberg - TTS 2 (pietà) - 2006/2008 - fotografia b/n - courtesy Villa Romana, Firenze
Forzata dal vuoto dialogico tra vincitore e vinti, l’esposizione, molto concettuale, deve quindi ricorrere all’ipotesi: vetri e ulteriori materiali trasparenti, confezioni chiuse e aperte, immagini alterate e ingrandite fino a rivelarne la texture. Insomma, l’artista indaga, pone domande, cerca significati, ma è tutto invano. Alla fine, della Cina non abbiamo molto più di un manichino. E se anche segassimo la testa allo spurio simulacro per guardarvi dentro, non servirebbe; al presente vi troveremmo soltanto del buio. Un buio inquietante.

Matteo Innocenti

 

Katharina Karrenberg – Cina_Cine_Crime. Uccello: La battaglia di San Romano (inclusa) 
Villa Romana
Via Senese, 60/68 – 50124 Firenze
Orario: da martedì a venerdì ore 15-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo con testi di Beatrice von Bismarck e Clemens Krümmel

Fonte: Exibart

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *