Carapelli for Art 2022 – i premiati

Carapelli for Art premia ancora l’arte sul tema del Rispetto.
Annunciati i vincitori della quinta edizione del premio

Categoria Open

Paolo Bufalini
(Roma, 1994)

Proposal
2020, cuscini, gommapiuma, stampa 3d, powerbank, schede xbee, arduino, elettronica; due elementi 50x50x20cm ciascuno.

Due cuscini robotizzati, in silenzio, si alzano e abbassano in sincrono, simulando un processo di respirazione, in apparenza senza termine. Di Proposal la giuria ha apprezzato la capacità di scaturire una riflessione aperta sulle questioni dell’empatia e dell’interdipendenza; sostiene l’artista: «Ho utilizzato questa tecnologia pensando al potenziale poetico del dialogo apparentemente immateriale tra entità diverse, una sorta di telepatia, nell’accezione etimologica di “sentire da lontano”, tradotta in respiri armonici. Animati da un unico codice – anche questo una sorta di soffio vitale – i cuscini si trovano in una relazione di assoluta interdipendenza, rimandando a un’idea di legame con l’Altro inscindibile e necessaria.» La chiarezza formale dell’opera apre al contempo ad aspetti problematici: l’interconnessione che distingue la tecnologia del presente ha tra i suoi caratteri sostanziali l’uniformità linguistica (di codice) e la pervasività; fattori non necessariamente favorevoli per la qualità delle relazioni umane.

Greta Alfaro
(Pamplona, 1977)

Narcissus
2022, Single channel video. HD, colour, sound, 16:9. 1h 45 min

Il titolo dell’opera di Greta Alfaro si riferisce in modo diretto al mito di Narciso, alla versione più nota del racconto, in cui il bellissimo giovane perde la vita cercando di afferrare la propria immagine riflessa da uno specchio d’acqua. In rapporto di analogia, il video dell’artista mostra un lento ma inesorabile allagamento di un interno domestico – una sala arredata secondo un gusto “signorile”, espressione simbolica di un momento storico passato, non esattamente definibile – fino a che ogni cosa viene sommersa; con le parole dell’artista: «Questo lavoro esprime la volontà di porre fine a un sistema basato sulla mancanza di rispetto e il conseguente desiderio di ricominciare. La devastazione prodotta sulla terra dagli uomini è avida ed egoistica.» La giuria ha inteso premiare la capacità di interpretare la questione, complessa, del rispetto, attraverso un’opera visiva di forte impatto e rigore.

Categoria Accademia

Nicola Bizzarri
(Bologna, 1996)

Double Self-Portrait as Vases
2021, 2 vasi in terracotta identici, 2 piante identiche (Dypsis lutescens) – installazione a due parti 130x100x60 cm (ca.)

Due vasi identici sorreggono lo stesso tipo di pianta, entrambi sono stranamente inclinati; avvicinandosi si comprende il motivo dell’anomalia: alla base di ognuno vi è modellato l’autoritratto dell’artista. Double Self-Portrait as Vases si interroga sulla questione dell’identità, e della sua costruzione attraverso il rapporto con gli altri, con una nota di ironia; con le parole dell’artista: «L’arte è una lotta dialettica. Nella mia pratica gli oggetti e le situazioni hanno spesso uno status ambiguo. Attualmente sono particolarmente interessato al ruolo delle immagini e degli oggetti pubblici e privati nella costruzione dell’identità, soprattutto politica e nazionale, su diversi livelli.» La giuria ha deciso di premiare l’opera per l’abilità di declinare, con originalità e intelligenza, un genere tipico qual è l’autoritratto, in modo tale da stimolare una riflessione sul sé e sugli altri, e sulla conoscenza reciproca.

Chiara Mecenaro
(Busto Arsizio, Varese, 1988)

Dalle 12.00 alle 00.00 in piazza
2022, mdf, matita, gesso, cartone, 150 x 150 x 55 cm

L’installazione di Chiara Mecenero si sviluppa intorno a due elementi fondamentali dello stare insieme, ovvero lo spazio e il prendere una posizione. Ispirandosi al moto circolare tipico del cane prima di sedersi a terra, l’opera si compone di una serie di elementi scultorei simili a sgabelli – con zampe canine a sostegno, e disegni sulle sedute – posizionati a cerchio, invitando il pubblico a compiere lo stesso movimento dell’animale; per l’artista: «In questo gioco di sovrapposizioni tra uomo e animale e nel rapporto con lo spazio, che viene determinato, viene suggerito il concetto di rispetto […] Infatti nonostante si parli di possedere, di conquistare un luogo il tono che queste affermazioni assumono visivamente non è violento ma bensì votato al rispetto della determinazione del proprio luogo e in conseguenza di quello degli altri, in maniera pacifica. Non c’è rispetto senza comunità e viceversa.» La giuria ha scelto di premiare l’opera per l’equilibrio tra stratificazione semantica e resa formale, in relazione al tema del rispetto.

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