La scoperta della femminilità

Fotografo, art director, musicista. Oltre che rivoluzionario delle riviste di moda. Harri Peccinotti è il protagonista di una mostra alla Tethys Gallery di Firenze. Sono esposte  una serie di opere fondamentali sul fascino femminile.


 

Labbra rosse che promettono piacere, capezzoli appena emersi da una superficie d’acqua, un pube velato e svelato da un girasole in fiore, il volto di una modella nera. Sono alcuni degli scatti frutto dall’estro eclettico di Harri Peccinotti (Londra, 1935),artista che a partire dai gloriosi Sixties ha contribuito in modo fondamentale alla metamorfosi della rappresentazione femminile. Quella di una donna indipendente dai ruoli familiari che inizia allora a mostrarsi, con tanta naturalezza quanta malizia, quale oggetto di bellezza e di desiderio.

E proprio la parola “oggetto” risulta problematica, considerando la deriva attuale del processo che – tranne rari casi di grazia e di intelligenza – falsifica il motivo dell’emancipazione deviandolo verso l’assoggettamento a modelli di impossibile perfezione (il corpo pensato e progettato, all’incirca, come il telaio di un’automobile). Eppure la direzione indicata da Peccinotti è sempre stata un’altra: non la sensualità esclusiva di prototipi irrealizzabili, ma la libertà di piacere attraverso la carne e l’intensità di cui si è fatti.

Matteo Innocenti
(Artribune)

 

 

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