Anselm Kiefer – Marco Tirelli

Con la naturalezza propria alla crescita organica, aggiunta a quella passione che dovette animare i mecenati d’altri secoli, la collezione d’arte ambientale di Giuliano Gori torna ad arricchirsi di nuove opere. La Fattoria di Celle ha infatti chiamato a sé, per gli spazi insieme solivi e arcani del grande parco, un binomio artistico d’ineccepibile qualità.
Il tedesco Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945; vive a Barjac), dagli esordi delle Besetzungen –
scatti fotografici in posa nazista -, ha fatto dell’arte un contraltare critico alla storia, sostituendo alle generalizzazioni della ricostruzione storiografica il relativismo totale dell’esistenza. Da tale impostazione sono scaturite opere – e forse sarebbe meglio definirle luoghi o memorie – in grado di rapportare estremi irriducibili quali la kabbalah, lo gnosticismo, il cristianesimo.
Nella fase più recente il processo si è persino intensificato, con un passaggio dagli avvenimenti, che per quanto importanti mantengono sempre un carattere episodico, all’evento primigenio: Kiefer presenta nella ripristinata Cascina Terrarossa un’installazione che ha la sostanza di un’ipotesi cosmogonica (creata a Barjac invero, però qui trasposta con tanta meticolosità da aver richiesto tre anni di lavoro; dunque a tutti gli effetti opera ambientale, non “ambientata”).
Cette Obscure Clarté qui tombe des étoiles, titolo nonché citazione ossimorica proveniente da Le Cid di Corneille, è una genesi che si combina attraverso profondità, superficie ed etere. Marco Tirelli - Excelle - 2009 - coll. Gori, Fattoria di Celle - photo Carlo FeiDapprima vi sono due enormi rettangoli di piombo fuso la cui trama, in base alla distanza, può costituirsi come figurazione di osservatori astronomici puntati verso le stelle oppure come saturazione indefinibile di materie. Le costellazioni vi gravitano dappertutto, sopra e sotto senza distinzione, segno di uno scambio vicendevole tra scienza e mistica.
Il passaggio successivo, per tramite di una scala, riconduce alle origini: con i noti libri “pesanti” e alcuni pezzi di coccio, l’artista evoca il mito di Pandora, peccato d’orgoglio dell’uomo e dispersione del male sulla terra. La scritta parietale “Shevirat Ha Kelim”, ‘rottura dei vasi’ in ebraico, è inoltre riferimento a un’interrogazione continua. Dunque, l’arte come tensione umana alla ricerca.
Marco Tirelli (Roma, 1956), da parte sua, realizza un doppio intervento. All’interno di Casapeppe instaura un dialogo ideale con i wall drawingdell’amico Sol LeWitt, proponendo grandi disegni a tempera e carbone. Sono figurazioni topologiche – quindi suscettibili in ogni istante di mutare stato – esemplarmente a metà tra percezione e intelletto. Come rivelazioni fantasmagoriche, le immagini si concedono in penombra, quel tanto che basti a vederle: poiché un maggior chiarore ne comporterebbe una perdita di purezza. I termini di riferimento sono precisi: l’oggettività pura di Malevic e la portata misterica di de Chirico.
Anselm Kiefer - Cette Obscure Clarté qui tombe des étoiles - 2009 - piombo, olio, lacca e altro - coll. Gori, Fattoria di Celle - photo Carlo Fei
Nel parco, invece, ci sono quattro oggetti plastici in corten; per gioco e per necessità Tirelli ha scelto di sconfinare nella scultura, pur nel rispetto delle precedenti creazioni. È realmente un nuovo punto d’inizio: le forme, uscite dal quadro e concretizzatesi, assumono un aspetto singolare “di ospiti che stanno per andarsene”. Per scoprirne le direzioni, attenderemo i successivi passi.

Matteo Innocenti

 

Anselm Kiefer – Cette Obscure Clarté qui tombe des étoiles
Marco Tirelli – ExCelle, Intorno al visibile
Collezione Gori – Fattoria di Celle
Via di Santomato, 7a – 51100 Pistoia

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